I nostri maestri spirituali, sacerdoti e suore

Il fondo per il culto ha espresso parere favorevole per l’erigenda parrocchia. Il decreto di erezione a parrocchia civilmente riconosciuta venne emessa nel maggio 1925 e, il 10 giugno dello stesso anno, mons, D. Oronzo Durante, vescovo di san Severo, donò il possesso al parroco don Giovanni Giuliani. Il 26 dicembre dello stesso anno, il Direttore generale dei Culti Amministratore del Fondo per il Culto emise il relativo decreto, registrato alla corte dei conti il 6 febbraio 1926.

 

Don Giovanni Giuliani nacque a Poggio Imperiale l’ 8 marzo 1892. Studiò teologia nel seminario di Benevento, dove conobbe e fu amico di Pietro Parente di Casalnuovo Monterotaro. Quest’amicizia continuò e s’intensificò anche quando don Pietro fu nominato cardinale.

Don Giovanni, dopo la sua ordinazione sacerdotale, avvenuta a San Severo il 26 dicembre 1917, si dedicò subito alla cura delle anime e a soli 28 anni divenne parroco della parrocchia di San Placido M. in Poggio Imperiale.

Parroco di Poggio Imperiale
Parroco di Poggio Imperiale

Ben presto si fece notare per le sue doti di educatore e di formatore di anime, soprattutto per quella forma di associazionismo che sempre lo ha caratterizzato.

L’Italia stava vivendo un periodo molto delicato, perché si assisteva ad una nuova sistemazione politica: il fascismo. Il 28 ottobre 1922 Benito Mussolini prendeva le redini del governo. Il partito popolare, nel congresso di Torino del 1923, guidato da una corrente di sinistra, negava la propria collaborazione ai fascisti. Quest’atto gli costò la soppressione, insieme con altri partiti antifascisti[1].

Fu proprio in questo periodo che l’Azione Cattolica Italiana costituì uno schema definitivo e preciso, distinguendosi nettamente dalla politica ed assumendo un aspetto essenzialmente religioso. Ecco la sua organizzazione: la giunta centrale a Roma, alla diretta dipendenza del Papa, indi la giunta diocesana nella diocesi, alle dirette dipendenze dei vescovi ed infine il consiglio pastorale nelle parrocchie, alle dipendenze dei parroci.

Mons. Oronzo Durante, nominato vescovo di San Severo, incoraggiò ed aiutò giovani fieri e coraggiosi a diffondere quegli ideali di associazionismo e di vita religiosa.

Nel 1924 don Giovanni Giuliani fece proprio l’invito del Vescovo e raccolse intorno a sé un gruppo di giovani, con i quali fondò a Poggio Imperiale, con il titolo di “San Placido”, l’Azione Cattolica Italiana. Essa è stata una delle prime associazioni GIAC. della diocesi di San Severo.

Il primo nucleo di Azione Cattolica a Poggio Imperiale
Il primo nucleo di Azione Cattolica a Poggio Imperiale

Durante il fascismo, queste forme di associazionismo davano fastidio al regime, tanto che le autorità di pubblica sicurezza, il 30 giugno 1931, anche in Poggio Imperiale ordinarono la chiusura del circolo giovanile, diffidando i dirigenti ed impedendo loro qualsiasi tentativo di riorganizzazione del circolo. Il 30 novembre del 1931, a seguito delle trattative tra la S. Sede ed il Governo italiano, si poté ridare vita ai circoli giovanili cattolici. Don Giovanni Giuliani salutò con gioia questo giorno e riorganizzò con entusiasmo il suo gruppo giovanile, del quale difenderà con la forza la libertà conquistata, perché alcuni intendevano che essa era stata concessa solo a parole.

Questi anni difficili furono anche molto fecondi, perché il lavoro fu compiuto con maggiore slancio e sacrificio e con forme di apostolato più svariate.

Don Giovanni fece sentire la sua opera nell’istituzione del terz’ordine francescano, nella preparazione dei chierichetti. La caratteristica della sua attività pastorale fu quella della formazione dei laici come singoli e come gruppi.

Il terz'ordine Francescano voluto da don Giovanni.
Il terz’ordine Francescano voluto da don Giovanni.

La sua semplicità, la sua giovialità, il suo sempre costante impegno nella vita della comunità parrocchiale hanno regalato molti frutti: quattro ordinazioni sacerdotali, 12 suore e tanti laici impegnati nella vita familiare e sociale.

Resse la parrocchia di S. Placido M. per ben 57 anni. Durante tutto questo tempo dedicò con amore e disponibilità parte della sua operosa giornata ai fratelli bisognosi. Si adoperò molto nel patronato scolastico, offrendo le sue attenzioni ai bambini e ai ragazzi.

Nelle sue omelie, ricordava spesso ai fedeli le sue esperienze di cappellano militare, durante l’ultimo conflitto mondiale. E’ stata grande la sua cura per i soldati ed i feriti, ma soprattutto per i tanti soldati sbandati nel periodo della ritirata.

Dopo aver realizzato tante opere belle durante la sua lunga attività pastorale, il 18 aprile 1977 ritornava alla casa del Padre.

Ora riposa nella chiesa nuova del cimitero, da dove continua a vegliare sul suo amato popolo come maestro, amico e padre.

Mons. Giovanni Giuliani (don Nannino) nacque a Poggio Imperiale il 25 agosto 1931 da Alfonso ed Anna Chiara Nardella. Ultimo di quattro fratelli rimase orfano di padre all’età di tre anni.

La madre ha avuto un ruolo importante nella sua crescita, perché lo ha guidato alla scoperta della vita cristiana. Non gli è mancata la guida spirituale dello zio paterno don Giovanni, parroco della Chiesa di S. Placido M. in Poggio Imperiale.

Don Giovanni Giuliani junior
Don Giovanni Giuliani junior

Don Nannino compì i suoi studi, fino al quinto ginnasio, nel seminario diocesano di San Severo. Continuò gli studi liceali nel seminario regionale di Benevento. In preparazione del sacerdozio, completò gli studi presso il seminario teologico di Posillipo, dove conseguì la licenza in Teologia.

Fu ordinato sacerdote dal Vescovo mons. Francesco Orlando il 10 luglio 1955 nella cattedrale di San Severo.

 

Celebrazione prima S. Messa nella Chiesa di S. Placido M.
Celebrazione prima S. Messa nella Chiesa di S. Placido M.

Dopo l’ordinazione sacerdotale, con l’autorizzazione dei suoi superiori, preferì continuare gli studi, scoprendo in essi un modo per diffondere la sua multiforme attività pastorale.

Si laureò in giurisprudenza all’università di Teramo e in Diritto Canonico alla Pontificia Università Lateranense. Nel 1976, dopo un’assidua frequenza del corso, divenne avvocato Rotale.

Don Giovanni iniziò il ministero sacerdotale a San Severo, prima nella parrocchia di Cristo Re e poi in quella di San Nicola. Dopo fu assegnato alla parrocchia di San Placido M. in Poggio Imperiale, come collaboratore del Parroco, suo zio. In questo periodo fu assistente di Azione Cattolica, intensificando gli incontri con i giovani nella GIAC e nella GF ed introducendo nuove attività, allargate anche alla partecipazione di tutta la cittadina.

Curò non solo la preparazione dei giovani per le gare di cultura religiosa, come lo dimostrano i vari premi nazionali conquistati: gagliardetti, diplomi con medaglie, premio Roma, targhe…, ma curò anche la loro formazione, tanto da farli distinguere per indirizzo di vita e per testimonianza cristiana. L’Associazione “San Placido M.” di Poggio Imperiale ha primeggiato sempre tra tutte quelle della diocesi di San Severo.

Gli incontri con gli assegnatari dell'Ente Riforma.
Gli incontri con gli assegnatari dell’Ente Riforma.

Nel 1977 fu nominato parroco della parrocchia di Poggio Imperiale, succedendo allo zio.

In quest’attività si mostrò sempre a tutti con pazienza, saggezza, sorriso sincero ed amicizia vera.

La parrocchia divenne la sua grande famiglia, dove la gente si sentiva a suo agio, dove egli riusciva a coinvolgere ogni ceto sociale con tutti i mezzi suggeriti dalla sua esperienza e grande umanità.

La sua preoccupazione fu quella di formare cristiani adulti con le numerose catechesi, che hanno dato il gusto di approfondire la parola di Dio, di viverla e di annunciarla gioiosamente.

Si prodigò in mille modi, senza risparmiarsi, per organizzare l’accoglienza agli Albanesi. Fu il prete dei Marocchini, dei Nomadi che si accampavano nei pressi del Santuario di S. Nazario, dove prestò un servizio fatto di fatica, di sofferenza, ma anche di tanta gioia.

Il Santuario di San Nazario divenne un polo di spiritualità per tutto il Gargano, specie nei mesi estivi.

Il suo ministero sacerdotale si svolse in umile obbedienza ai vescovi, che si sono succeduti durante il suo quarantennio di vita sacerdotale.

Don Nannino e il piccolo Leonardo Di Gioia
Don Nannino e il piccolo Leonardo Di Gioia

Tanti furono gli incarichi che ricoperse in questo periodo.

Fu professore di francese nel Seminario, professore di religione nelle scuole statali, direttore del Centro per il Progresso Educativo, Assistente Zonale dei Comitati Civici, Assistente della FUCI e del Settore Adulti di Azione Cattolica. Fu, inoltre, Assistente Diocesano di Azione Cattolica. Per oltre vent’anni ricoperse l’incarico di Direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano e Direttore dell’Ufficio Pastorale Diocesano. Fu Direttore e docente dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose[2]. A completare tutto il quadro dei suoi impegni, bisogna ricordare che don Giovanni fu Direttore della Caritas Diocesana, Vicario Episcopale per la pastorale, Canonico della cattedrale ed infine Vicario Generale della diocesi di San Severo.

I vecovo mons. Francesco Orlando e don Nannino
I vecovo mons. Francesco Orlando e don Nannino

I suoi studi, la sua esperienza gli hanno consentito di essere un uomo di vasta e profonda cultura. Egli parlava con facilità e scriveva con competenza, suscitando sempre una grande ammirazione. Ne sono testimoni i vari convegni ed i congressi da lui promossi. I suoi articoli, pubblicati specie sul corriere di San Severo hanno fornito prova delle grandi conoscenze culturali possedute. Egli riusciva a penetrare nel cuore di tutti, sanando tante ferite e dispensando serenità.

Certo, don Nannino dialogava con tutti, a tutti elargiva il suo gioviale sorriso, ma, dietro quel sorriso, nascondeva una personalità molto forte e decisa. Sapeva quello che voleva e dove voleva arrivare. Di temperamento equilibrato e, secondo le circostanze, diplomatico, è stato sempre una persona squisita.

Devotissimo della Madonna, a lei ha sempre affidato le cure del suo popolo, implorando grazie e benedizioni.

A colloquio con SS. Giovanni Paolo II
A colloquio con SS. Giovanni Paolo II

A chi gli chiedeva cos’altro facesse, così rispondeva: “Prego. La preghiera infonde coraggio, dà tanta serenità, e, la cosa più bella, ogni preghiera fa accendere nell’Universo una stella luminosa in onore della Vergine”.

Don Nannino ha lasciato il ricordo delle sue doti umane e spirituali, perché ha mostrato grande comprensione per le sofferenze della gente.

Il 26 luglio 1996, serenamente è ritornato alla casa del Padre.

Il 28 luglio, ai funerali, con i familiari erano presenti e lo hanno pianto i suoi compaesani, i confratelli, i suoi amici e tante persone venute da paesi vicini e lontani che lo hanno conosciuto ed apprezzato, che hanno avuto la fortuna di incontrarlo per ricevere un consiglio, una parola di conforto o solo un semplice gesto di solidarietà.

Ora riposa nella cappella del Cimitero di Poggio Imperiale, sempre aperta alle visite di chi vuole rendergli omaggio con un fiore o pregare in suffragio della sua anima eletta.

Cordialmente a cura di Francesco Armienti
Cordialmente a cura di Francesco Armenti

Scrivere, raccontare, presentare una persona che si è amata e che ora ti manca è diverso dal dire di persone che non si sono conosciute direttamente o con le quali si sono avuti rapporti meramente formali, professionali, (Scrive nella introduzione al libro Francesco Armenti). E il vescovo Cesare Bonicelli nella presentazione scrive: “Ho già avuto occasione di dire pubblicamente quanto il mio cuore sia pieno di riconoscenza verso Mons. Giuliani per la collaborazione che ci ha dato come Vicario Generale. Ora mi è offerta l’opportunità di esprimere un’altra volta questa riconoscenza. E lo faccio con molto piacere…”. Mentre Vito Nacci del Corriere di San Severo scrive: “I suoi meriti sono noti, ma uno in particolare mi ha sempre suggestionato: quello di decantare ogni ibrida situazione, di semplificare tutti i problemi che i suoi tanti lettori gli ponevano trasmettendo ricchezza di umanità e a chi avanzava dubbi deponeva nel suo cuore il seme della fiducia e della speranza.

Il Vescovo mons. Michele Seccia così scrive di don Giovanni : “Dobbiamo essere grati al prof. Francesco Armenti per aver curato, con perizia e fine sensibilità, questo secondo volume degli scritti di Mons. Giovanni Giuliani, già Vicario Generale di questa Diocesi, per una duplice ragione.

Fratello e amico a cura di Francesco Armenti
Fratello e amico
a cura di Francesco Armenti

Anzitutto perché la lettura dei suoi scritti contribuisce a mantenere vivo il suo insegnamento e la sua testimonianza di sacerdote che cerca di trasmettere in tutti i modi possibili l’ansia per la ricerca della verità.La lettura degli articoli, inoltre, rende presente un insegnamento che va oltre il tempo per farsi proposta concreta di vita vissuta. Pur non avendo conosciuto personalmente Mons. Giuliani, plaudo all’iniziativa che ci permette di rivedere e riascoltare, attraverso una testimonianza scritta, un sacerdote pienamente consapevole della propria missione ed entusiasta nel condividere con gli altri le ragioni profonde della propria gioia radicate nel Vangelo e nell’amore verso l’umanità”.

Cosimo Francesco Ruppi, Arcivescovo Metropolita di Lecce, Presidente della Conferenza episcopale Pugliese, così scrive: “Don Giovanni, credo, non sia stato dimenticato, ma aver raccolto un secondo volume dei suoi scritti è apertamente opera meritoria, che rende ancor vivo l’insegnamento di questo laborioso sacerdote che tanto ha dato non solo alla natia Poggio Imperiale, ma anche alla sua Diocesi e all’intera Regione”.

decimo anniversario don Nannino

A proposito del libro “Fratello e amico”, mi piace riportare uno dei tanti pensieri scritti su di Lui. Gino Concetti così scrive sull’Osservatore Romano del 26 novembre 1999: “La storia delle chiese locali la scrivono i sacerdoti, il Vescovo e i fedeli, sia comunitariamente che individualmente operanti. Per quella di San Severo ragguardevole è stato il contributo di Giovanni Giuliano (1931 – 1996). Un sacerdote impegnato sia nella formazione culturale che nell’amministrazione della Diocesi. Francesco Armenti ha raccolto i suoi scritti facendone un dono all’intera comunità. Nella presentazione il Vescovo, Michele Seccia, definisce Giuliani ‘unsacerdote pienamente consapevole della propria missione ed entusiasta nel condividere con gli altri le ragioni della propria gioia radicate nel vangelo’ “. Mentre Mario Bocola nell’Osservatore Romano del 30 gennaio 200 così parla di mons. Giuliani: “La lettura di questi scritti travalica lo spazio temporale, perché si tratta di interventi critici sempre freschi ed attuali. Al di là di queste considerazioni, la caratteristica pregnante della pubblicistica di mons. Giuliani risiede nel suo profondo attaccamento alla Chiesa, ai poveri, agli emarginati, ai tossicodipendenti. Egli aveva sempre per tutti una parola di conforto, esortava a non lasciarsi andare, ma ad affrontantare la realtà con grande forza d’animo, perché nella sofferenza è presente Cristo, speranza dell’uomo”.

Nel decennale della morte di don Nannino
Nel decennale della morte di don Nannino

“… Don Giovanni aveva continuamente uno sguardo aperto verso la finestra del quotidiano, i suoi molteplici drammi inespressi e le sue mille richieste di aiuto, alle quali, in qualche modo, ha cercato di offrire una risposta più con i fatti che con le parole. Io credo che queste figure di preti non muoiono facilmente, come del resto mai nessuno si distingue del tutto. Resteranno sempre nel ricordo di chi ha avuto la fortuna di incrociarne il cammino”. (N. Michele Campanozzi, La Gazzetta di San Severo, 4 dicembre 1999).

In piazza Imperiale a Poggio Imperiale, i suoi parrocchiani lo ricordano nel decennale della sua scomparsa.

Inizio Celebrazione Santa Messa

S. Messa

S Messa

Decennale2

Omelia del Vescovo

 

Mons. Antonino Petti nacque a Poggio Imperiale il 12 ottobre 1922. Frequentò gli studi medi e ginnasiali nel seminario diocesano di San Severo, quelli liceali e teologici nel seminario di Benevento.

Il 14 luglio 1946 fu ordinato sacerdote da mons. Francesco Orlando nella cattedrale di San Severo.

Svolse i primi sei anni del suo apostolato sacerdotale nella diocesi di San Severo e per alcuni anni collaborò nella parrocchia di S. Placido M. di Poggio Imperiale con il parroco don Giovanni Giuliani senior.

Uomo colto e umile, discreto e dotato di un “bel retroterra culturale” spese gran parte della sua vita al servizio della Santa Sede.

Si laureò in Sacra Teologia e in Diritto Canonico ed ebbe il Diploma della pontificia Accademia Ecclesiastica.

A Roma Collaborò a lungo con parrocchie di periferia e con istituti religiosi femminili.

In data 1° marzo 1952, infatti, fu assunto come Addetto di Segreteria presso la Segreteria di Stato, lavorando fino al 1963 presso le parrocchie romane di Santa Maria Causa Nostrae Letitiae, San Leone Magno e come Cappellano presso le Figlie della Santa Croce e le povere Figlie della Visitazione.

Dal 1962 al 1963 fu Difensore del Vincolo e Giudice prosidale presso il Vicariato di Roma.

Per ben dodici anni, dal 1963 al 1975, fu diplomatico presso le Rappresentanze Pontificie di Zaire, Senegal, Siria e Francia.

Il 1° marzo 1965 fu nominato Prelato d’Onore e, il 29 luglio 1975, Protonotario Apostolico Soprannumerario. Chiamato dai superiori in Vaticano il 13 settembre 1975 fu nominato Sotto-Promotore Generale della Fede. Dal 27 aprile 1981 al 1° novembre 1992 fu Promotore Generale della Fede.

mons. Antonino Petti
mons. Antonino Petti

Da ultimo fu nominato consultore della Congregazione delle cause dei Santi, dove si dedicò con entusiasmo, competenza ed equilibrio di giudizio allo studio delle vite degli uomini, che la Chiesa di Cristo onora.

Colpito da una grave malattia, non ha mai perso la serenità, anzi ha offerto la sua sofferenza alla Chiesa e alla Madonna, per la quale ha sempre nutrito una profonda devozione.

Spese le sue energie residue per la canonizzazione di Edith Stein, dolendosi di non poter assistere alla cerimonia dell’11 ottobre 1998, con cui Giovanni Paolo II l’aveva proclamata Santa[3].

Ha lavorato alacremente e poi si è ritirato dietro lo schermo del precetto evangelico “siamo tutti servi inutili”.

Un velo di discrezione ha sempre coperto la sua preparazione teologica, ascetica e giuridica. Un tratto particolare della sua persona era caratterizzato dalla bontà mite e sorridente, perché sapeva scusare e coprire tutti con il manto della carità.

Si spense in Roma Martedì 8 dicembre presso la clinica “Pio XI”.

S.E. Mons. Antonio Petti ora è sepolto nella cappella dei Canonici Vaticani al cimitero del Verano.

 

La scuola dell’infanzia e le suore a Poggio Imperiale

 

Nel 1937, a titolo sperimentale, fu affidato l’incarico di educare i fanciulli dai tre anni fino all’età scolare alle suore Sacramentine di Bergamo. La scuola per l’educazione dell’infanzia fu una casa, sita al primo piano di via Vittorio Veneto, 10. Essa ospitò inizialmente circa quaranta tra bambini e bambine, ma non ebbe vita lunga, perché gli eventi della seconda guerra mondiale ne decretarono la chiusura.

Passati quegli anni difficili, il parroco don Giovanni Giuliani senior ritornò alla carica per riavere le suore in Poggio Imperiale. Occorrevano naturalmente fondi per i locali. Si formò, così, un comitato, cui facevano parte il parroco stesso e i signori Luigi Bove, sindaco del comune, l’ufficiale sanitario Giuseppe Chirò, il medico condotto Vittorio Nista, Il reverendo don Antonino Petti, Giuseppe Chiaromonte ed Enrico D’Orazio.

La raccolta dei fondi fu insufficiente. Intervenne, allora, il commissario prefettizio Baldassarre Virzì, che nel frattempo venne a reggere il Comune di Poggio Imperiale. Fece sua l’iniziativa dei cittadini ed acquistò per conto del Comune un appartamento a due piani, in via Cadorna per ospitare suore e bambini.

Il 29 agosto 1949 si accolsero ufficialmente le suore in Poggio Imperiale. Arrivarono in cinque: suor Cherubina Torri, la superiora, suor Salvatorina Fidanza, suor Antonina Sorbello, suor Angelica Dal Mas e suor Margherita De Matteis. Accompagnate dalla Reverenda Madre Lavinia Tedoldi, Assistente Generale, fecero ingresso solenne in Poggio Imperiale. Tutto il paese era in festa e mentre le campane facevano sentire l’allegro tocco festoso, autorità civili e religiose, tutto il popolo e i bambini delle scuole seguivano il corteo.

Davvero commovente fu il discorso di don Giovanni Giuliani senior, parroco, quando richiamò il Vecchio Simeone del Vangelo, in occasione della presentazione di Gesù al tempio, e disse: ora posso cantare anch’io il “Nunc dimittis”, giacché il Signore mi ha concesso di vedere realizzato il mio sogno: Le suore a Poggio Imperiale.

Il 29 settembre 1949 si aprì il nuovo asilo che ospitò centodieci bambini.

I Bambini di Poggio Imperiale del primo asilo.
I Bambini di Poggio Imperiale del primo asilo.

Le famiglie di Poggio Imperiale accolsero con gioia le suore, tanto che tantissimi bambini cominciarono a frequentare l’asilo.

Altro gruppo di bambini
Altro gruppo di bambini
Bambini durante una lezione
Bambini durante una lezione

L’amore che le suore riversavano sui piccoli era immenso. Scherzavano con loro, giocavano insieme con quei pochi giochi che inizialmente erano riuscite a raccogliere. I bambini erano entusiasti dei racconti che le suore facevano loro. Narravano favole, raccontavano episodi del vangelo, insegnavano canti adatti ai bambini e imprimevano nei loro cuori il rispetto reciproco e il valore che doveva avere l’amicizia. Il parroco, contento dell’operato delle suore, affidò loro tutte le opere parrocchiali. Fu così che le suore incominciarono ad entrare poco a poco nelle famiglie, animate da una carica interiore, cominciando a lavorare con dedizione apostolica, pazienza e discrezione, in piena armonia con il parroco.

Si notano donGiovanni Giuliano senior, don Giovanni Giuliani junior e il sindaco dell'epoca Alfonso De Palma.
Si notano donGiovanni Giuliano senior, don Giovanni Giuliani junior e il sindaco dell’epoca Alfonso De Palma.

Nel 1962 il sindaco Alfonso De Palma pensò di dare alle suore e ai bambini un locale più idoneo con annesso giardino, dove bambini e ragazzi, tolti dalla strada, potevano finalmente giocare al sicuro. Il sindaco De Palma affidò i lavori per la costruzione dei locali all’ingegner Vincenzo Panunzio di Lesina. Il nuovo asilo, costruito in via Fiume, divenne un punto di riferimento per molti cittadini. I locali dell’asilo, infatti, furono messi subito a disposizione dei gruppi parrocchiali, sia per gli incontri settimanali, sia per tutte le loro attività.

Le suore, oltre ad insegnare nella scuola materna, svolsero la loro opera educativa soprattutto a beneficio dei ragazzi e dei giovani, perché più bisognosi di persone credibili, per crescere e maturare nella dimensione umana, morale e spirituale. Immediata fu l’adesione di bambini e giovani, tanto che la Madre Generale, su richiesta della Superiora, inviò altre due suore: suor Giuliana Ghezzi e suor Rinalda Mira.

Le suore sono state sempre presenti in ogni attività di apostolato (tante, durante i cinquant’anni di permanenza a Poggio Imperiale) con spirito gioioso e generoso. Hanno collaborato con i parroci nelle attività parrocchiali, a cominciare dalla catechesi, in preparazione al Natale e alla Pasqua, alle famiglie domiciliate nelle masserie e nei poderi dell’Ente Riforma e a tutta la popolazione.

Le suore che accompagnano i bambini alla messa del fanciullo
Le suore che accompagnano i bambini alla messa del fanciullo

Le suore hanno visitato gli ammalati, hanno portato conforto alle famiglie in difficoltà, ma hanno avuto come impegno precipuo la preparazione ai sacramenti dell’iniziazione cristiana.

Nel nostro paese si sono avvicendate circa cinquanta suore. A tutte va un ringraziamento, alle defunte una preghiera. A 93 anni si è spenta in Roma il 14 luglio 2009 suor Margherita De Matteis delle suore sacramentine di Bergamo.

Suor Margherita
Suor Margherita

Era nata a Galatina (LE) il 29 agosto 1916. Il suo impegno apostolico e i suoi insegnamenti rivolti ai piccoli e ai grandi hanno lasciato il segno. La sua disponibilità non è mai mancata per dare un conforto alle persone che avevano bisogno di una parola amica(1).

In quegli anni a Poggio Imperiale mancava la Scuola Media e le ragazze, dopo la licenza elementare, non proseguivano gli studi e si dedicavano alle faccende domestiche. Le suore capirono allora che bisognava fare qualcosa per queste giovani e istituirono una “scuola di lavoro”: taglio, cucito e ricamo. La Maestra era proprio suor Margherita. E’ stata questa una bella occasione per avvicinare tante ragazze di Poggio Imperiale e molte ragazze aderirono a questa iniziativa.  Il motto della scuola era :”lavoro e preghiera”.

La ragazze della scuola di cucito
La ragazze della scuola di cucito

Puntuali arrivarono le ragazze a frequentare la scuola. Indossavano un grembiule nero con colletto bianco, come se fosse una divisa. Era una vera scuola con un normale orario di lavoro. La mattina dalle ore 8,00 alle 12,00 e il pomeriggio dalle 14,00 alle 16,00. Non si iniziava la giornata se prima non si fossero recitate le preghiere del mattino, seguite dalla lettura di un brano del vangelo. Si abituavano, così, le ragazze alla meditazione durante il lavoro. C’era un grande silenzio che a volte era interrotto da canti gioiosi proprio dell’età giovanile delle ragazze. Questi canti dimostravano tutta la spensieratezze e la gioia che avevano in sé. Ma non era solo lavoro, perché durante la giornata non mancavano racconti che destavano tanta ilarità ed erano ricchi di insegnamenti per la vita.

Scuola di cucito e ricamo
Scuola di cucito e ricamo

Nel 1954 vediamo ancora suor Margherita impegnata in un corso di taglio, per tenere lezioni alle figlie dei coltivatori diretti iscritti, per la durata di tre mesi. Questo corso fu istituito direttamente dalla Federazione Provinciale di Foggia dei Coltivatori diretti. E, due anni dopo, quando gli assegnatari di case coloniche da parte dell’Ente Riforma abbandonarono le abitazioni dei paesi per trasferirsi in campagna, non mancò l’assistenza delle suore con la dovuta autorizzazione degli Enti preposti. Queste ardite, su carretti agricoli o con mezzi di fortuna, una volta la settimana raggiungevano i centri rurali di STINCO VECCHIO, FOCICCHIA, PASSO DEL COMPARE,  COPPA SENTINELLA per portare il conforto di una parola amica, ma soprattutto la parola di Gesù.

Suor Piera, suor Margherita e suor Celina.
Suor Piera, suor Margherita e suor Celina.

Quando ci fu l’istituzione della Scuola Media a Poggio Imperiale, diminuì la frequenza delle ragazze alla scuola di taglio, cucito e ricamo. Nei mesi estivi, però, quando le ragazze erano libere da impegni scolastici, riprendevano la frequenza della scuola.

Suor Franca

Un ricordo particolare va alla compianta suor Franca Pessina, una suora molto determinata, con una grande capacità di comunicare e di entusiasmare chiunque avvicinasse.

Suor Franca Pessina
Suor Franca Pessina

Ella ha fortemente voluto a Poggio Imperiale un istituto educativo. L’Istituto San Giuseppe, che ospitò inizialmente cinque ragazze, sistemate in un appartamento, sito in via Palazzina, fu un lascito dell’avvocato Giuseppe Chirò. Le ragazze, in seguito, divennero quaranta e si trasferirono nella nuova casa, di proprietà dell’Istituto delle Suore Sacramentine, fatta costruire dalla sempre volitiva suor Franca.

suor Franca insegna alle bambine dell'istituto
suor Franca insegna alle bambine dell’istituto

La sua opera non si è fermata a Poggio Imperiale, ma è continuata in San Severo, dove si aprì un’altra casa di suore Sacramentine nel rione di San Berardino e dove suor Franca volle un nuovo istituto educativo. Qui si trasferirono, per frequentare le scuole superiori, le ragazze che avevano conseguito il diploma di licenza media a Poggio Imperiale.

L'Istituto a Poggio Imperiale voluto da suor Franca
L’Istituto a Poggio Imperiale voluto da suor Franca

Suor Franca, dopo aver svolto egregiamente il suo apostolato in Poggio Imperiale, fu trasferita a San Severo, ma mantenne sempre i rapporti con i poggioimperialesi. A San Severo offrì il suo apostolato, oltre che nella parrocchia di san Berardino, cui apparteneva, anche in quella di san Giovanni Battista, guidata da don Michele Mezzina, un altro degno figlio di Poggio Imperiale.

Il 25 febbraio 1988 Suor Franca Pessina si addormentava serenamente nel Signore, dopo aver pregato per le vocazioni e i giovani a lei tanto cari.

Alcune suore della scuola dell'infanzia e dell'Istituto "san Giuseppe"
Alcune suore della scuola dell’infanzia e dell’Istituto “san Giuseppe”

Si notano nell’immagine, indicate dalle frecce, le due superiore: suor Cherubina e suor Franca.

Nel decennale della sua morte, sabato 28 febbraio 1998, nella cattedrale di San Severo, don Tonino Intiso della diocesi di Foggia, con molta commozione ha tratteggiato alcuni aspetti della sua personalità, aperta ad ogni bisogno materiale e spirituale, ha sottolineato la dimensione spirituale della sua vita, sempre pronta ad educare, catechizzare ed ha ricordato i vari settori nei quali profuse tutto il suo impegno: nella Scuola Materna, negli Istituti educativo-Assistenziali, nella Chiesa locale con un’intensa e capillare azione catechistico-pastorale a favore dei fanciulli, giovani ed adulti e nell’ultimo decennio della sua vita con l’animazione vocazionale fra i giovani, a cui dedicò le sue attenzioni premurose, organizzando per loro incontri mensili di formazione e di preghiera. Ha dato un servizio generoso e gioioso a tutta la Chiesa e una indimenticabile testimonianza di vita e di Fede. (Da il Giornale di San Severo, anno X n. 6, 10 aprile 1998).

Suor Franca(1). Poggio Imperiale, riconoscente ha volute intitolare a Lei una sala della Casa “Cuore con le ali”, già delle Suore Sacramentine di Bergamo.

Suor Margherita, al secolo Luigia De Matteis, è nata a Galatina (Lecce) il 29 agosto 1916 e si è spenta in Roma presso la casa provinciale delle Suore Sacramentine di Bergamo. Ora riposa nel cimitero di Galatina in una tomba accanto alla sua mamma.

Suor Margherita è giunta a Poggio Imperiale il 29 agosto 1949 quando le Suore Sacramentine vi aprirono una loro casa e da allora non si è mai allontanata se non per soli due anni, uno per conseguire il diploma di insegnante di Scuola dell’Infanzia e l’altro per il tirocinio di abilitazione all’insegnamento.

Ha trascorso gli ultimi due anni della sua vita a Roma per motivi di salute, ma sempre con il pensiero rivolto a Poggio Imperiale e ai suoi cittadini.

Così si è espressa nell’ultimo saluto per i poggio imperialesi, ormai suoi “concittadini”: Voglio bene a tutti e per ognuno di voi c’è posto nel mio cuore”.

Suor Margherita, infatti, conosceva tutti a Poggio Imperiale, grandi e piccini, e amava chiamare tutti per nome.

La sua attività educativa è iniziata con la scuola di lavoro per le giovani che volevano imparare il cucito, il taglio, il ricamo e contemporaneamente mirava alla crescita umana e cristiana delle giovani allieve, facendole divenire donne responsabili, spose virtuose e mamme esemplari. È stata, Suor Margherita, catechista instancabile, ha profuso il suo impegno nelle catechesi ai genitori, in preparazione al battesimo dei propri figli, ai bambini che dovevano ricevere il Sacramento della Riconciliazione e dell’Eucaristia, ai cresimandi e ai nubendi.

È stata “missionaria” e arrivava con la sua macchina anche nelle masserie e nei poderi dell’Ente Riforma.

È stata maestra, testimone, educatrice con l’unico obiettivo di educare alla “maturità” umana e cristiana. Ascoltava, sempre col sorriso, chiunque le si avvicinava per confidarle un problema, un segreto, una gioia. A tutti donava il suo affetto, la sua comprensione, i suoi consigli.

Agli ammalati portava parole di conforto e speranza, donando momenti di serenità che facevano accettare meglio il peso della malattia.

Spirito libero, artistico, amante della natura, trovava il tempo per curare il giardino della Casa, dipingere su paramenti sacri e su capi di biancheria per il corredo delle spose. Con spirito gioioso e sereno cantava per lodare e ringraziare il Signore.

Poggio Imperiale non può e non vuole dimenticare il patrimonio d’insegnamenti che ha lasciato.

Grazie Suor Margherita.

Don Michele Mezzina, figlio di Antonio e di Anastasia De Carolis, penultimo di sette figli, nacque a Poggio Imperiale il 19 marzo 1916. Fu battezzato nella parrocchia di san Placido martire il 4 agosto dal parroco don Giovanni de Guglielmo.

In paese non c’era un asilo infantile ed il piccolo Michele fu mandato presso alcune donne, che intrattenevano i bambini, insegnando preghiere e raccontando favole.

A lui non piaceva questo genere di vita e ben presto si allontanò, perché si sentiva prigioniero. Preferiva scorazzare per i campi.

La sorella maggiore, Cristina, fu la sua prima maestra di fede. Spesso ella stessa lo accompagnava al catechismo parrocchiale. Chi però lo indirizzò e lo guidò verso la via del sacerdozio, fu Carmela, una zia paterna. Il ragazzo desiderava farsi missionario.

In parrocchia, durante il periodo quaresimale, si era solito invitare i padri predicatori. Vennero in Poggio Imperiale i missionari di Troia e fu allora che Michele capì quale dovesse essere la via da seguire.

Manifestò questa decisione al padre, che acconsentì alla sua scelta, ma incontrò resistenza da parte della madre, perché non voleva che il figlio andasse in paesi lontani tra gente sconosciuta e selvaggia. Frequentò, comunque, il seminario missionario di Troia, ma dopo pochi mesi ritornò a Poggio Imperiale, perché il suo fisico gracile non gli permetteva di prepararsi a condurre una vita dura, come quella del missionario.

Il Signore aveva altro in mente per lui.

Poco tempo dopo andò a studiare nel seminario diocesano di San Severo, dove seguì gli studi medi e ginnasiali con serietà e profitto.

Era vescovo di San Severo monsignor Oronzo Durante, che resse la diocesi fino al 5 novembre 1941. Amico e padre di tutti, specialmente dei seminaristi, tenne in gran considerazione Michele Mezzina, perché aveva trovato in lui un giovane impegnato negli studi, fermo nel carattere e timorato di Dio.

Michele, dopo aver terminato gli studi ginnasiali, partì per il pontificio seminario regionale di Benevento, dove meglio rafforzò la sua vocazione e dove completò il corso degli studi liceali e teologici. Il 17 dicembre 1938 ottenne la tonsura e fu chierico. Con gli studi teologici si stava intensificando la sua passione di predicatore e di formatore di anime.

L’ordinazione sacerdotale era ormai vicina e Michele aspettava con trepidazione ed emozione questo momento, il più importante della sua vita.

Ordinazione sacerdotale di don Michele
Ordinazione sacerdotale di don Michele

In preparazione di questo evento volle trascorrere una settimana di ritiro spirituale presso il Convento di san Matteo in San Marco in Lamis.

Il 3 agosto 1941 in San Severo fu ordinato sacerdote dal vescovo De Cesare di Manfredonia, che reggeva temporaneamente la diocesi di San Severo, perché il vescovo Durante era infermo.

Il 10 agosto celebrò la sua prima messa in Poggio Imperiale, nella chiesa di san Placido martire, la stessa dove fu battezzato. Erano presenti una gran folla di suoi compaesani e gruppi di Azione Cattolica che, insieme con il parroco don Giovanni Giuliani senior, avevano preparato la solenne celebrazione eucaristica.

Monsignor Francesco Orlando, nuovo vescovo di San Severo, affidò il novello sacerdote a don Felice Canelli, allora parroco di Sant’Antonio Abate e poi di Croce Santa. Don Michele, mentre era vice parroco, ebbe l’incarico di insegnare italiano ai giovani nel seminario di San Severo. Fu assistente diocesano delle missioni, fu insegnante di religione nelle scuole superiori del comune di San Severo. Con i giovani instaurò sempre un rapporto di amicizia e di simpatia. Successivamente fu inviato come vice parroco nella parrocchia di San Nicola ed ebbe anche l’incartico di assistente diocesano delle donne di Azione Cattolica.

Don MicheleIl parroco don Berardino Totaro, che governava la parrocchia di san Giovanni Battista, era anziano e malato. Aveva bisogno di forze giovani per continuare a reggere la parrocchia. Gli fu affidato don Michele. Il vecchio prete si ammalò seriamente e chiese al vescovo le dimissioni, che furono accolte. Don Michele, così, ottenne la nomina di parroco.

Nel 1953, il giorno della festa di Cristo Re, ebbe il possesso della parrocchia di san Giovanni Battista in San Severo.

Non fu sempre semplice il suo ministero pastorale da parroco. La chiesa mancava di canonica. I locali per il catechismo erano inesistenti. Mancava un salone per le riunioni dei gruppi parrocchiali.

Don Michele si rese conto che doveva rimboccarsi le maniche e incominciare da zero. Nell’opera di costruzione impegnò tutte le sue energie, ricorrendo anche ad enti e istituti provinciali e regionali. L’impegno e la sua caparbietà gli diedero buoni frutti. Oltre alla canonica, furono costruite sale per ospitare gruppi di Azione Cattolica e bambini che frequentavano il catechismo, un salone, adibito a sala teatro.

Nell’apostolato don Michele fu aiutato quotidianamente da uomini e donne d’Azione Cattolica, che avevano ricevuto un’intensa formazione spirituale. Con il permesso del vescovo ottenne l’autorizzazione di sostituire, durante il periodo quaresimale, in preparazione alla Santa Pasqua, l’ormai tradizionale pratica delle Quarantore con la Settimana Eucaristica. Questa pratica innovativa ebbe molti consensi, non solo da parte dei parrocchiani, ma anche da parte di altri cittadini, che vi partecipavano numerosi. Visita agli altari della Reposizione

Don Michele indirizzò pure la sua attività pastorale verso i marxisti e i Testimoni di Geova. I preferiti, però, erano i malati, i poveri e i lontani dai sacramenti e dalla vita parrocchiale. Come un buon pastore, andava sempre alla ricerca delle sue pecorelle. Arrivò a tutti e a nessuno fece mancare l’aiuto materiale e spirituale.

Celebrò il cinquantesimo anniversario di sacerdozio nel 1991, festeggiato a San Severo dai suoi parrocchiani e in seguito a Poggio Imperiale dai suoi paesani.

Nel cinquantesimo anniversario sacerdotale di don Michele Mezzina.
Nel cinquantesimo anniversario sacerdotale di don Michele Mezzina.

 

 

Dopo una breve malattia si spense in San Severo il 26 maggio 1996, lasciando un gran vuoto nei suoi familiari e in tutti coloro che gli furono vicino.

Ora riposa nel cimitero di Poggio Imperiale nella cappella di famiglia.

 

[1] Can. Giuseppe Valentino, Giuventù in cammino…, centro diocesano GIAC, San Severo, 8 dicembre 1967.

[2] L’Osservatore Romano, Mercoledì 20 maggio 1987.

[3] L’Osservatore Romano di Venerdì 11 dicembre 1998.