Il Carnevale a Poggio Imperiale

Carnevale anni 30/40 secolo scorso a Poggio Imperiale

A Poggio Imperiale il Carnevale ha origini molto antiche.

Ricordo molto bene che durante il periodo della mia infanzia era rappresentato da personaggi che interpretavano un evento della vita, quale la nascita di un bimbo, il matrimonio, un corteo funebre.

In seguito si cominciarono ad allestire i primi carri, formati da carretti addobbati con pennacchi, festoni e bandierine, pieni di diversi personaggi vestiti nei modi più strani.

Vedevi il dottore vestito con una giamberga nera, che portava in testa un grosso cilindro, al collo un largo solino con svolazzante cravatta bianca, sul naso degli occhiali colorati e intorno al collo un asciugamano.

Appariva il frate che offriva tabacco a chi gli era vicino e questuava presso i venditori e i generi alimentari.

Non mancavano il vescovo, il prete, il sagrestano, preceduto da ragazzi che suonavano trombe, campane e battevano tanti recipienti di latta.

Dopo aver fatto il giro del paese, il corteo si fermava in piazza per benedire il popolo e fare qualche discorso umoristico.

Nel martedì grasso si formava un caratteristico corteo preceduto da un trombettiere, seguiva il carro addobbato con bandiere e rami d’olivo, e una folla soprattutto di giovani e bambini. Sul carro c’erano una donna, (cioè un maschio vestito da femmina), un uomo sdraiato per mostrare che era molto grave ed il prete.

La donna gridava, piangeva, si disperava per la grave malattia che aveva colpito il marito.

Il prete fingeva di bere il vino da una bottiglia che aveva in una mano, mentre con l’altra mano intingeva in un pisciaturo (l’orinale) la muscia (specie di scopa per spolverare le pareti) e benediceva la gente che seguiva il carro.

Quando il carro giungeva in piazza, si fermava e vi saliva un sedicente dottore, che aveva al panciotto tante medaglie fatte di cortecce d’arancia.

Ordinava al trombettiere di suonare per far raccogliere attorno al carro i cavalieri, le altre maschere e la folla dei curiosi, ai quali faceva credere che era un medico celebre e che solo lui poteva salvare il moribondo.

La donna piangeva e strillava, ma il medico l’assicurava, fingendo di operare il malcapitato moribondo.

Poi apriva le braccia in segno di sfiducia e faceva capire che non era possibile far rivivere quello sfortunato.

La serata si concludeva con tanta baldoria, perché poi ci si riuniva in casa di parenti o amici per continuare con balli e canti e un buon bicchiere di vino.

Il Carnevale negli anni 60/70 del secolo scorso

Negli anni sessanta Poggio Imperiale ebbe i suoi primi carri allegorici, allestiti all’epoca dai giovani dell’Azione Cattolica[1]. Ebbero molto successo, infatti richiamavano in paese tanti forestieri che accorrevano per ammirarli e per divertirsi.

[1]  Il primo corteo con carri allegorici risale al 1965.

Primo Carnevale Terranovese anno 1965

I giovani di Poggio Imperiale, quelli di Azione Cattolica e non, subito dopo il Natale, la sera e spesso anche la notte si riunivano in un garage per organizzare e poi realizzare il lavoro di allestimento dei carri allegorici.

Essi sarebbero dovuti sfilare per le vie del paese l’ultima domenica di Carnevale. I carri erano molto ammirati ed applauditi non solo dai poggio imperialesi, ma anche dalle numerose persone che affluivano dai paesi vicini.

anno 1965
anno 1966

Era diventata una bella tradizione il Carnevale Terranovese!

Il trvarsi insieme dei giovani andava al di là della semplice aggregazione.

Tra loro nasceva e si costruiva una profonda amicizia, premessa per portare avanti altre attività formative, filantropiche e di spiritualità.

anno 1966, alcuni degli organizzatori

Quello che più caratterizzava il Carnevale era l’allegria con canti, balli, scherzi, corsi mascherati, banchetti e certe forme di licenziosità, ormai sparite dalla coscienza dei più.

La sera, poi, durante la pausa della preparazione dei carri allegorici, i giovani, mascherati alla buona, si recavano in casa di parenti ed amici, improvvisando scenette in vernacolo.

In cambio ricevevano un po’ di salsiccia, ventresca, frutta secca … e quando erano più fortunati, anche degli spiccioli da spendere per arricchire la cena.

Un’apposita giuria attribuiva i premi alle mascherine più caratteristiche, consistenti in coppe e medaglie.

La Giuria per attribuire le coppe
anno 1967
anno 1967

 

 

 

 

Il Carnevale preparato dai giovani dell’Azione Cattolica è andato avanti per molti anni, poi è incominciato a diminuire il coinvolgimento, perché molti di essi per motivi di lavoro hanno lasciato il proprio paese.

Il Carnevale nel duemila

Dopo un lungo periodo di pausa si riprese la tradizione del Carnevale Terranovese, gestito nell’ultimo decennio, dagli insegnanti delle locali scuole e dai genitori degli alunni, con la collaborazione della Pro Loco e il patrocinio dell’Amministrazione Comunale.

Ogni anno l’evento carnevalesco era incentrato su un tema diverso, come “La storia, la fiaba o l’Italia a spasso per le vie di Poggio Imperiale”.

L’iniziativa rientrava nel Progetto di Ampliamento dell’Offerta Formativa: “Scoprire il proprio retroterra culturale: usi, costumi e tradizioni della civiltà contadina”.

I coordinatori del progetto insegnanti Fernando Chiaromonte e Michelina Murano avevano creato una straordinaria intesa fra scuola e territorio, rinsaldandosi a tal punto che è continuata anche negli anni futuri.

Per diversi anni alunni, docenti, genitori e associazioni hanno portato avanti con impegno ed entusiasmo questo progetto per conoscere, conservare e valorizzare le proprie radici e tradizioni.