Poggio Imperiale cresce…

Il Borgo Poggio Imperiale dopo la prima metà del XVIII e inizi XIX secolo si trasforma in un popolo di agricoltori, iniziando quel processo di “caccia alla terra”, che si accentua sempre di più agli inizi dell’ottocento, richiamando in Poggio Imperiale tanti forestieri, come è testimoniato dai registri dello stato civile dell’Archivio di Stato e dai registri dell’Archivio parrocchiale di Poggio Imperiale.

Durante il decennio francese[1] con la legge del 21 maggio 1806, Giuseppe Bonaparte sopprime la Dogana della Mena delle Pecore[2] e il 1 settembre decreta la divisione di tutte le terre demaniali, baronali, ecclesiastiche e comunali ai beneficiari, in particolare ai locati (pastori), dietro la corresponsione di un canone annuo di 54 ducati a carro (circa 720 mq), riscattabili al 5% nell’arco di 10 anni[3].

In questo modo i massari di campo[4] e i campagnoli, in minima parte, riscattano la terra e diventano proprietari della stessa che coltivano, mentre prima erano costretti a pagare un canone annuo di 24 ducati a titolo di prestito.

La classe dei fittuari[5] diventa più estesa e i terreni che conduce sono presi a seminagione o miglioria e trasformati anche in vigneti e oliveti. La classe dei campagnoli, invece, comprende tutte le persone che non sono riuscite a pagare un canone di fitto o a riscattare la terra e che stanno a servizio annuale e a salario dei possidenti, trascorrendo qualche parte dell’anno in campagna con o senza la propria famiglia. Altri campagnoli detti “bracciali”[6] stanno a servizio mensile. La classe dei lavoratori a giornata, inoltre, comprende una fetta più ampia della popolazione, che per le modeste e talvolta difficili condizioni di vita non trova voce nemmeno nelle delibere del Consiglio Comunale, dove trova spazio solo chi può dare lustro al paese. Una ricerca storica puntuale descrive anche le sacche di disagio sociale, perché non si fa storia solo delle conquiste, delle fasi di crescita, della successione degli amministratori e del loro operato, ma si fa storia anche della sconfitta, dei periodi di crisi, del disagio in cui vive la gente.

La ricerca sui fatti locali fa conoscere le condizioni economiche e sociali dei nostri antenati, i principali mestieri svolti con sacrifici e privazioni vissuti per migliorare la propria vita.

         È naturale che con il benessere e con il progresso qualcosa cambia nel piccolo Borgo. La popolazione non è più formata solo da proprietari terrieri, massari, braccianti, artigiani, ma anche da professionisti: medici, avvocati, farmacisti… Incominciano, così, le prime discordiecittadine, si formano le prime fazioni, due schieramenti, il dualismo di partiti, sempre in lotta per poter governare il Comune.

Gli schieramenti assumono dei nomi particolari: il partito dell’Abissinia[7]e il partito dell’Italia. Il primo annovera la categoria degli avvocati e dei professionisti, figli dei ricchi e dei massari di campo arricchiti, e di tutti quei campagnoli, alle dipendenze dei proprietari, costretti a sostenere il loro schieramento. Il secondo rappresenta tutto l’altro schieramento della popolazione. Continua così la gara per il possesso dell’amministrazione della cosa pubblica.

Successivamente le fazioni locali si lasciano coinvolgere dalle nuove idee della formula desanctisiana del centro sinistra ed infatti è proprio in quel periodo che comincia a costituirsi il partito rosso, nel quale confluiscono gran parte della piccola e media borghesia e alcuni gruppi sociali minori. Per contrasto, chi fa parte del partito dell’Abissinia, cioè la destra, forma il partito bianco.

Continuano in questo modo le lotte ed i dissensi con avvenimenti incresciosi e per ben due volte, alla fine dell’ottocento e inizio novecento, il Comune di Poggio Imperiale è sottoposto ad ispezioni da parte di regi commissari.

Tali avvenimenti sono pubblicati su alcuni giornali locali dell’epoca, quali: “il Foglietto” e “la Verità”, senza nascondere altre testate come “Apulia”, “Sorgete”[8], “il Randello”, “il Mefistofele”, “il Fascio” e tanti altri, reperibili nelle biblioteche comunali di San Severo, di Lucera e di Foggia.

Sfogliando le pagine di questo libro si presentano al lettore la trasformazione del borgo e l’evoluzione della vita paesana: le prime abitazioni del Comune, la costruzione del Camposanto, l’allevamento del bestiame e il pascolo, la viabilità, l’approvvigionamento dell’acqua, la vendita del vino, le lotte contadine         per il possesso della terra… Momenti questi che caratterizzano la crescita e lo sviluppo economico di una popolazione.

L’unico palazzo della memoria: il palazzo de Cicco, che conserva ancora per i cittadini un alone di mistero, è frutto di una minuziosa ricerca per portare a conoscenza la storia della sua origine, dell’avvento e della vita movimentata della famiglia de Cicco.

Anche le Confraternite, in modo particolare quella del Sacro Cuore di Gesù, a loro tempo, hanno avuto un ruolo importante nella storia del nostro paese.

A. C.

[1] Il decennio francese nel regno di Napoli con Giuseppe Bonaparte prima e Gioacchino Murat dopo fu un periodo di modernizzazione in ogni campo della vita istituzionale dello Stato, del territorio, sia in quello sociale sia in quello economico che ha interessato alcuni aspetti di tutta la Capitanata. Il governo francese, infatti, aveva deciso che la proprietà del terraggio venisse acquistata da tutti i possessori e loro successori e che le terre risultanti disponibili fossero state divise fra i capi famiglia non possidenti, con il divieto di alienarle o ipotecarle prima dello scadere di un decennio.

[2] Istituita nel 1447, regolamentava la conduzione della transumanza e dell’allevamento nel Tavoliere di Puglia e permetteva la riscossione di proventi derivanti dal diritto di pascolo dai pastori i cui armenti svernavano in Puglia.

[3] COLLEZIONE DEI REALI RESCRITTI, Regolamenti…istruzioni ministeriali e sovrane risoluzioni, atti di pubblica amministrazione raccolti dal 1806, p. 268.

[4] Queste persone, investite di importanti responsabilità nella conduzione delle aziende agrarie, svolgevano un ruolo di cerniera tra i grossi proprietari terrieri e i contadini.

[5] Erano quelle persone che prendevano in affitto qualcosa.

[6] Persone che lavorano di braccia.

[7] APULIA del 5 agosto 1888.

[8] SORGETE, Giornale socialista della Capitanata, anno I, n. 3, domenica 9 luglio 1899.

Pubblicato da Alfonso Chiaromonte

Alfonso Chiaromonte è nato il 25 aprile 1941 a Poggio Imperiale dove attualmente risiede. E' conosciuto come scrittore di cose patrie, autore di apprezzati studi su Poggio Imperiale, di cui ha descritto minutamente la breve ma intensa storia.