Ricordi e Racconti

Un libro di ricordi, ma non solo: Alfonso Chiaromonte, oltre a abili descrizioni su vicende e tradizioni terranovesi, ci offre anche pillole di storia.

Ogni sua parola è frutto di un sentimento profondo verso Poggio Imperiale e il suo territorio, verso un vissuto che non vuol essere nostalgia, ma un ponte tra i propri ricordi e il futuro che avanza.

Alfonso Chiaromonte è lo scrittore che sa raccontare il proprio passato colorandolo con un linguaggio di parole che, come in un film, ci catapultano nel nostro ieri, lontano anni luce dai tempi che stiamo attraversando, ma tanto vicino per i problemi che oggi assillano la nostra società.

Un libro di ricordi è lo specchio di immagini ingiallite che il nostro autore ci fa rivivere attraverso descrizioni precise, dettate quasi sempre dalla sua personale esperienza. (Giucar Marconi).

Lo stile di Alfonso, infatti, ti affascina per la sua semplicità e la sottesa voglia di raccontare paesaggi, costumi, tradizioni ed emozioni della vita vissuta; certamente non per risultare “auto celebrativo”, ma con l’intento di offrire sempre e comunque uno “spaccato” della vita e della società che ci appartengono, e delle quali i nostri predecessori e noi stessi siamo stati in qualche modo partecipi; ovviamente nelle alterne vicende che hanno caratterizzato la nostra vita e formato ciascuno di noi.

Il mio primo sentimento, al netto della nostra amicizia fraterna ormai pluridecennale (così limitata e riassunta per non fornire riferimenti cronologici ed anagrafici ai nostri figli e nipoti che potrebbero usarli contro di noi per le più svariate ragioni), è quello di una profonda gratitudine ad Alfonso perché, dal “Fanciullino” di Pascoliana memoria che sempre alberga nel suo animo, riesce anche con questa sua ultima fatica, realizzata alla sua “veneranda età” e quasi “a dispetto” delle prove dolorose che la vita gli ha pur riservato, a porgere e trasmettere a noi piacevoli sensazioni ed emozioni, con la freschezza e spontaneità di sempre. (Leonardo D’Aloiso).

In questo suo nuovo lavoro, Alfonso Chiaromonte ci accompagna per mano in un mondo ormai scomparso. Leggendo le pagine di Ricordi e Racconti si ha l’impressione di compiere un viaggio a ritroso nel tempo. Scorrono davanti ai nostri occhi le immagini della comitiva che attraversa il Lago di Lesina a bordo di una tipica barca usata dai pescatori locali, “u sànnere”, con a bordo le vettovaglie per una scampagnata sul Bosco Isola.

Viene l’acquolina in bocca nel leggere di anguille cotte alla brace, di tocchetti di capitone saltati in padella, accompagnati dal pane casereccio, dalla salicornia sottaceto e, ça va sans dire, dal buon vino bianco di Tàrranove, come i poggioimperialesi chiamano affettuosamente il loro paesello. […]

[…] Si può, a ragione, affermare che Alfonso Chiaromonte abbia voluto consegnarci un affresco a tutto tondo del paesello natio, nel quale è stato culturalmente molto attivo in gioventù e che ha portato sempre nel cuore, anche negli anni in cui è vissuto lontano per motivi di lavoro. (Aldo Magagnino).

Oggi si cerca a fatica di scavare nel passato per trovare e riscoprire il fascino di quella vita semplice e sincera, che spesso dai più è ricordata come “Civiltà o cultura contadina”.

Il ritorno saltuario nel mio paese d’origine, prima ancora della mia definitiva permanenza, dopo il pensionamento, mi portava spesso a rivivere con gli amici di un tempo, alcuni dei quali sono ormai scomparsi, una vita spensierata e ricca di avvenimenti.

Questi ricordi si riferiscono a risvolti episodici, che scivolano a volte sulla evidenza farsesca, a volte sono molto pungenti, altre volte danno un’aria quasi grottesca degli avvenimenti che si vogliono ricordare.

Alcuni di essi sono stati vissuti personalmente, altri sono ricordati da amici nei nostri pochi incontri di indimenticabili Kummenèlle (le nostre simpatiche cenette).

Ogni volta che ritornavo al mio paese percorrevo le strade che mi erano familiari, come lo sono ancora. Quando mi addentravo nei vicoli più solitari, ecco che appariva un viso, ascoltavo una voce, vedevo larghi sorrisi. Venivano in mente ricordi di fatti accaduti tanti anni fa, e mi vedevo circondato da care ombre di amici che ora non ci sono più.

Che senso profondo! Passare davanti alla Chiesa e ricordare tanti momenti di vita, scanditi dal suono delle tre campane che facevano sentire i loro rintocchi secondo avvenimenti particolari.

Sono passati decenni, eppure sembrano secoli.

Generalmente si dimentica ciò che non si ha voglia di ricordare, anche perché non si può ricordare tutto, ma nemmeno si può dimenticare tutto. Si attua allora una specie di memoria selettiva per opportunismo e convenienza, per evitare qualcosa che sia poco interessante o, peggio, controproducente.

Allora penso che insieme con gli amici di sempre, quei pochi che son rimasti, la memoria deve essere sempre alimentata, altrimenti poco a poco svanisce ogni cosa.

Ritornano allora i ricordi. Essi riemergono prepotenti e sono il frutto della personale interpretazione di eventi che furono gioiosi, a volte anche banali o drammatici.

L’amico Leonardo D’Aloiso, amico di sempre, chiude questo lavoro con i suoi ricordi personali, alcuni dei quali vissuti insieme. Non potevano mancare, perché sono l’impronta di vicende ed esperienze del passato che ci permettono di ritornare in luoghi realmente vissuti, di incontrare persone concretamente amate, di rivivere eventi e fatti che ci hanno coinvolto.

(Alfonso Chiaromonte).