Poggio Imperiale post unitaria e la Banda Musicale cittadina

Scritto ilALFONSO CHIAROMONTEFACEBOOK

Perché questi nuovi libri ?

Per ricordare un periodo di storia dimenticato e il malcontento espresso da diverse fasce della popolazione meridionale nei confronti del nuovo Regno d’Italia.

Verso la fine del secolo scorso gli studiosi hanno ritenuto utile, soprattutto per le nuove generazioni, rileggere il Risorgimento Italiano in chiave moderna, cercando di rivalutare la storia dei vinti, a cominciare dalla triste vicenda di Francesco II di Borbone, per conoscere gli avvenimenti dell’Italia, ma soprattutto della Capitanata post unitaria e di Poggio Imperiale.

Il malcontento fu generato in primo luogo da un cambiamento di vita dei braccianti, che, abituati ad una condizione economica povera, soprattutto dalla libera vendita dei prodotti agricoli, mal sopportarono il nuovo regime fiscale insostenibile per il loro ceto sociale e l’imposizione di nuove regole che riguardavano il mercato agricolo.

In secondo luogo il malcontento fu generato dalla privatizzazione delle terre demaniali solo a vantaggio dei vecchi proprietari terrieri che avevano promesso fedeltà al nuovo governo.

I braccianti agricoli, in questo modo, specialmente quelli che lavoravano a giornata, si trovarono defraudati del possesso delle terre demaniali che essi avevano utilizzato e furono costretti a vivere in condizioni precarie e disumane rispetto al passato.

Quello che più li ha danneggiati è stato l’entrata in vigore del servizio di leva obbligatorio, (Il servizio di leva – già obbligatorio nello Stato sabaudo con la riforma La Marmora, legge 20 marzo 1854 n. 1676, – dopo l’unità d’Italia venne esteso progressivamente a tutti i territori della penisola; ciò fu anche causa del brigantaggio post unitario italiano. privando le famiglie contadine di robuste braccia a dissodare la terra).

Con la buona volontà e il lavoro intenso dei campi, i contadini riuscirono a organizzare le campagne e a migliorare le condizioni di vita.

Fu costruito inizialmente un mulino a vapore, quasi vicino al pozzo comunale, nella strada chiamata via del Pozzo, per la macinazione del grano che si produceva in gran quantità e successivamente, agli inizi del 1900 fu costruito uno nuovo dai fratelli Nunzio e Gaetano Spagnoli.

Con l’aumento della popolazione, oltre alla necessità di dedicare il tempo alla vita dei campi, si pensò anche all’educazione e all’istruzione dei figli, approfittando delle nuove leggi che favorivano l’istruzione dei giovani.

Verso la fine del XIX secolo, infatti, anche in Puglia cominciano a formarsi Bande musicali e a cimentarsi con i brani musicali più popolari del repertorio lirico, soprattutto quello di Giuseppe Verdi.

Il numero dei musicanti è molto ristretto: poco più che fanfare, da cui tentano di emanciparsi interessando e coinvolgendo sempre più ampi ceti sociali.

Anche a Poggio Imperiale all’inizio del 1900 la Banda appena nata affascina, coinvolge, emoziona un intero paese in una sorta di sacralità collettiva creando, a volte, un “tifo” particolare. Ogni esibizione è applaudita, paragonata, criticata, ma sempre amata e seguita perché è fatta dal popolo per il popolo. E anche più tardi negli anni quaranta e cinquanta del 1900 anziani “bannisti” e giovani componenti del Nuovo Concerto Bandistico si dividono in gruppi con la popolazione e animosamente tifano, durante le esibizioni, per il Concerto Bandistico della città di Sturno o per quello di Squinzano che quasi sempre vengono invitati contemporaneamente a Poggio Imperiale in occasione della festa Patronale e si alternano esibendo la loro interpretazione delle arie più famose di LIBIAMO della Traviata o DI QUELLA PIRA del Trovatore oppure DELLA MARCIA TRIONFALE dell’Aida.

Con questo lavoro penso di restituire alla comunità locale, non solo ricordi ed emozioni, (anche personali), ma tradizioni, memoria di vita vissuta e vitalità (ai giorni nostri sempre più rare e desiderate) documenti facilmente consultabili in strutture pubbliche quali Archivi e Biblioteca.

Non a caso la Regione Puglia negli anni 70 e 80 del 1900 impegna cospicue risorse finanziarie per la conservazione e soprattutto la istituzione del patrimonio artistico, storico, ambientale e culturale in tutto il territorio regionale.

E proprio, infatti, grazie a queste iniziative che nel 1983 è possibile la ricomposizione a Poggio Imperiale di un Nuovo Concerto Bandistico con ragazzi e ragazze dai nove a dieci anni in su affidato al maestro Carmine Quaranta di San Severo.

Nel 1985 la nuova Banda musicale “Giuseppe Verdi” di Poggio Imperiale è già pronta. L’impegno del maestro Quaranta, la vivacità intellettuale dei ragazzi, l’antica e mai dimenticata innata tradizione musicale, l’interesse e il sostegno dell’intera comunità e dell’Amministrazione dell’epoca fanno miracoli.

La “piccola” (perché formata da ragazzini) nuova banda di Poggio Imperiale ricomincia a sfilare per le strade del paese riecheggianti di festose note musicali ed anima con i suoi concerti le festività locali specialmente nei giorni della Settimana Santa.

Un periodo breve, purtroppo, ma intenso.

La politica regionale muta, quella comunale anche, l’esperienza del Nuovo Concerto Bandistico, per mille ragioni, ancora una volta si dissolve.

Non si dissolve, però, la memoria della tradizione musicale ed è ad essa che voglio rendere omaggio.